free trade agreement

Puglia, vino e mercato giapponese dopo economic partnership agreement

L’Italia secondo le analisi del Centro Studi di Mediobanca sulle performance del comparto vitivinicolo nel 2021  è il primo produttore mondiale di vino seguita da Spagna e Francia; solo il 25% viene consumato il resto della produzione è esportato rendendo il Bel Paese il terzo esportatore mondiale.

Questo trend si inserisce molto bene nel sistema di accordi di libero scambio tra UE e i paesi terzi. Quest’intervento sul vino pugliese e il commercio con il Giappone rappresenta la prima tappa di un viaggio tra le eccellenze del nostro agrifood e le opportunità degli accordi di libero scambio.

La Puglia è un territorio con un’antica vocazione vitivinicola che già al tempo dei romani, come testimonia Orazio, era in grado di offrire dei vini di alta qualità. Oggi troviamo i seguenti vitigni e vini: Aglianico ( bacca nera); Bianco d’Alessano (bacca bianca); Francavidda       (bacca bianca); Impigno                 (bacca bianca); Malvasia nera di Brindisi (bacca nera); Malvasia nera di Lecce (Bacca nera); Minutolo (bacca bianca); Moscatello selvatico (bacca bianca); Negroamaro                (bacca nera); Negroamaro precoce (bacca nera); Notardomenico (bacca nera); Ottavianello (bacca nera); Primitivo ( bacca nera); Susumaniello (bacca nera); Uva di Troia (bacca nera); Verdeca. Vi sono inoltre diversi vini DOCG, DOC, IGT.

Questa grande produzione trova nel Giappone un importante mercato al quale  è più facile accedere grazie all’ Accordo tra l’Unione europea e il Giappone per un partenariato economico  (EPA e cioè economic partnership agreement) entrato in vigore il 1 febbraio 2019.

In particolare, tale accordo, secondo quanto indicato nel comma secondo dell’articolo 2.25 recita che “…Dalla data di entrata in vigore del….accordo il Giappone autorizza l’importazione e la vendita in Giappone di prodotti vitivinicoli per il consumo umano originari dell’Unione europea [ europei e quindi anche italiani e pugliesi]  e prodotti conformemente…”a quando indicato nell’allegato 2-E recante norme in materia di: 1) agevolazioni dell’esportazione di prodotti vitivinicoli; 2) pratiche enologiche ammesse in UE e Giappone. Per i vini che rispondono alle regole stabilite dall’accordo il dazio è 0%. Chiaramente, in entrambi i paesi dell’accordo di libero scambio,  questa agevolazione non elimina l’obbligo di pagare eventuali tasse interne e i controlli fitosanitari se richiesti.

Questo accordo fornisce una protezione maggiorata alle denominazioni geografiche tipiche (allegato 14-B) dove, purtroppo, mancano i grandi vini pugliesi!  Partendo da tale considerazione sarebbe bello se le associazioni di categoria potessero promuovere un’azione di sensibilizzazione a Bruxelles.

 

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