Una proposta per le comunità energetiche rinnovabili: una premialità per apparecchiature con materiali critici riciclati
Alcuni dei critical raw materials sono elementi indispensabili per i settori dei pannelli solari, turbine eoliche, sistemi di accumulo dell’energia elettrica i quali a loro volta sono fondamentali per consentire la transizione sociale generazionale della produzione e gestione dell’energia elettrica.
Tra i diversi obiettivi della proposta di regolamento definitivamente approvata c’è quello dell’autosufficienza europea attraverso anche la promozione del riuso e del riciclo di queste materie critiche. Infatti, secondo tale norma il 15% dei critical raw materials dovrà essere ricavato da processi virtuosi di economia circolare. Ma il punto di partenza non è favorevole all’economica europea: siamo ancora lontani da raggiungere un’adeguata efficienza nelle attività riciclo e riuso e vi sono negoziazioni di nuovi accordi di libero scambio che si incagliano proprio sulle materie critiche.
A titolo informativo si riporta un passaggio del documento “How to reduce our dependency on critical raw materials by stimulating circularity “ di ECOS, DUH e RREUSE per cui “…Circular design requirements for products and energy infrastructure are crucial. To mitigate the demand for CRMs, product lifetime extension measures and a focus on the use of secondary (recycled) materials should be prioritised to reduce dependency on primary raw materials. As acknowledged in the impact assessment accompanying the CRM Regulation proposal, EU waste management legislation does not currently enhance the circularity of CRMs. Nor does it help to develop a secondary CRM market. This undermines the objective of the CRM Regulation proposal to obtain 15 percent of strategic raw materials from recycling by 2030. Strong circular design requirements must ensure good performance and durability, as well as the reusability and repairability of CRM equipment and components. This will extend the lifetime of products, and the CRMs they contain. All such requirements must be supported by appropriate technical standards…”.
Invece le Regole operative per l’accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso e al contributo PNRR pubblicate dal GSE il 26 febbraio 2024 ricordano che tutte le misure finanziate dai singoli Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) debbano soddisfare il principio di “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali” (Do No Significant Harm – DNSH); tale vincolo si è tradotto in una valutazione di conformità delle misure del PNRR al DNSH, con riferimento al sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili (articolo 17 del Regolamento UE 2020/852). Il principio DNSH ha lo scopo di valutare se un investimento possa o meno arrecare un danno ai sei obiettivi ambientali individuati nell’accordo di Parigi (Green Deal europeo), tra cui si deve annoverare il seguente obiettivo: “…all’economia circolare, inclusa la prevenzione, il riutilizzo ed il riciclaggio dei rifiuti – un’attività economica non deve portare a significative inefficienze nell’utilizzo di materiali recuperati o riciclati, ad incrementi nell’uso diretto o indiretto di risorse naturali, all’incremento significativo di rifiuti, al loro incenerimento o smaltimento, causando danni ambientali significativi a lungo termine…”.
Quindi, da questo contesto normativo ed economico non proprio favorevole, sarebbe interessante, per doganasostenibile, che il legislatore nazionale, promuovendo le comunità energetiche rinnovabili e l’autoconsumo diffuso, preveda degli ulteriori misure incentivanti per l’impiego di materie critiche ricavate da riciclo e/o riuso. Ciò si potrebbe associare ad un’interpretazione della disciplina sugli aiuti di Stato favorevole alle suddette misure.
Cosa ne pensate? Queste proposte potrebbero essere un boost per lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili?