Il fair trade: tra WTO e commercio equo e solidale
Il commercio equo e solidale (fair trade) nasce per:
- Sostenere lo sviluppo dei paesi in via di sviluppo;
- Promuovere lo sviluppo sostenibile.
Si basa sulle seguenti fonti non vincolanti:
– il concetto del riconoscimento del prezzo equo ai produttori da definire-secondo la comunicazione della Commissione europea COM (1999) 619, Bruxelles, 29 ottobre 1999 – come “…una congrua remunerazione del lavoro apportato, della competenza, delle risorse a cui va aggiunta una giusta quota del profitto globale…”.
– carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale statuisce che: “…Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale; esso promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica. Il Commercio Equo e Solidale è una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: dai produttori ai consumatori…”
Va ricordato che
– la normativa WTO (world trade organization) limita eventuali misure volte a incentivare il commercio dei prodotti del Commercio Equo e Solidale;
– potrebbero esserci impatti per le bevande zuccherate qualora la sugar tax (imposta di consumo) dovesse entrare in vigore.