circular economy,  compliance e AEO,  free trade agreement

Dogana e sostenibilità ambientale: un binomio imprescindibile per il futuro della Terra

La COP27 di  Sharm El Sheikh ci ricorda ancora una volta l’importanza di fare qualcosa di concreto per la protezione del clima.

Per questa ragione, DoganaSostenibile ricorda che le dogane svedesi nel 2021 hanno pubblicato la relazione “Trade and Climate Change-Promoting climate goals with a WTO agreement” che costituisce uno studio molto interessante per comprendere come la protezione dell’ambiente sia un tema che deve essere trattato dal punto di vista del commercio internazionale e con i suoi strumenti.

La liberalizzazione del commercio promossa dal WTO (World Trade Organization)ha degli impatti sul clima che possono essere diretti come l’emissione di inquinanti per il trasporto oppure indiretti quando lo sviluppo economico determina un aumento delle emissioni.

In questo contesto, l’impianto normativo del WTO attraverso gli accordi di libero scambio (FTA) e altre misure, dovrebbe promuovere i beni e i servizi legati alla riduzione delle sostanze inquinanti nell’ambiente; si tratta dei climate-related goods e climate-related services.

In altre parole, la leva daziaria potrebbe rappresentare uno strumento per rendere più competitivi i beni capaci di ridurre le emissioni nocive.

La relazione “Trade and Climate Change-Promoting climate goals with a WTO agreement” evidenzia anche che i climate-related goods per la loro complessità sono spesso importati a condizione che l’operatore economico possa godere di una serie di servizi accessori da qui il termine “servification of environmental goods”.

I criteri per la definizione di un climate-related good potrebbero essere: parametro dell’uso finale (end-use); beni a duplice uso (dual use) nel senso che possono essere impiegati sia per usi sostenibili che non; EPP e cioè environmentally preferable products i quali consistono nei prodotti scelti in relazione alla CO2 rilasciata nella loro produzione.

Tali possibili parametri classificatori, basati sull’analisi del loro impatto ambientale diretto o indiretto, devono essere analizzati alla luce di una “living list” (lista vivente e quindi continuamente modificabile e da aggiornare) e della possibilità che l’HS (harmonized system di classificazione) possa accogliere nuovi prodotti sebbene come rilevato da  Gael Grooby-WCO (Some common questions about the HS and how to change it to meet needs).