Legge salvamare, accise e agevolazioni tributarie
La legge “salvamare” del 17 maggio 2022, n. 60 rappresenta il primo passo verso un concreto sfruttamento economico dei rifiuti plastici dispersi nelle acque marine. La plastica una volta recuperata dall’ambiente marino, come viene fatto ad esempio nel progetto fishingforlitter, si può prestare a diversi usi tra cui quello legato alla produzione di idrocarburi; ciò potrebbe contribuire ad emancipare la nostra economia dalla dipendenza dagli idrocarburi tradizionali come le vicende della Russia ci insegnano.
Abbiamo compreso che raccogliere i rifiuti dal mare non comporta l’iscrizione nel Albo nazionale gestori ambientali e siamo consapevoli che ciò costituisce una prima agevolazione. Però dobbiamo pur essere consapevoli che è necessario agire anche piano fiscale e delle accise.
In particolare, per promuovere lo sviluppo di questo nuovo prodotto sarebbe interessante:
- Prevedere, per ogni deposito fiscale di produzione dell’efuel da plastica, aliquote d’accisa ridotte o addirittura l’esenzione. Si tratta di riprendere l’approccio seguito per il programmi di contingentamento del biodiesel e bioetanolo;
- Concepire tale esenzione o agevolazione tributaria in modo armonizzato con il sistema degli aiuti di Stato previsti dall’UE;
- Evitare e vigilare su eventuali fenomeni di sovracompensazione fiscale;
Le accise sono imposte di fabbricazione e consumo applicate a beni determinati dalla normativa oppure per equivalenza; inoltre, sono proporzionate alla quantità dei beni cui si applicano piuttosto che al valore o ad altri paramenti. Sono adoperate nelle politiche di tassazione ambientale.
Vale la pena ricordare che si compongono: a) della fabbricazione (in questo caso produzione di carburante dai rifiuti di plastica); b) dell’immissione al consumo (vendita al dettaglio); tali componenti si coordinano e modulano in modo tale da creare un unicum inscindibile.
Sono tributi di esclusiva competenza statale.